il merlo oggi è più curioso e cerca lontano dal nido

7 aprile 2013

Ma i politici lo sono o ci fanno?

 

Perché questo empasse? Ma i politici lo sono o ci fanno?
La verità è disarmante: riporto una mirabile e non-convenzionale analisi di Uriel Fanelli (*).

«[...] potrei semplicemente citare la nuova tassa Tares, che sta per togliere altri due miliardi aggiuntivi alle tasche degli italiani, e chiedervi: ma secondo voi non lo capiscono?
Possibile che non abbiano capito che alzare di altri due miliardi di euro le tasse per salvare le discutibili finanze dei comuni avrà effetti orribili? Secondo voi sono davvero stupidi, e non hanno idea degli effetti di quel che fanno? 

La risposta è che un docente di economia sa benissimo cosa si ottiene così. Si ottiene di bruciare altri due miliardi di risparmi delle famiglie. Non può non saperlo Monti, che ha diretto l'Istituto di Economia Politica e che ha diretto gli Annali di Economia. Quindi, ha per formazione e per competenza tutte le informazioni che servono a capire che effetti avrà alzare di altri due miliardi le tasse. Così come Grilli, che - magguarda caso! - era addetto alle privatizzazioni negli anni ‘90, che ha le competenze per sapere cosa succederà.

[...] E ancora, si discute se alzare l'IVA a Luglio. Davvero pensano di ottenere qualcosa, dopo che con gli scorsi aumenti hanno diminuito il gettito e fatto crollare i consumi? Secondo voi non sanno che cosa fanno? Anche se non lo sapessero, lo avrebbero visto coi loro occhi la scorsa volta, no?

COSA CAMBIA DAGLI ANNI ‘70  
[...] Per tutti gli anni '70, l'Italia aveva due chiese, entrambe dedite allo stesso modello di controllo delle masse, cioè la carità paternalista. Le due chiese erano la Chiesa Cattolica (ed il suo braccio politico) ed il PCI, che era di per sé il braccio politico. La Chiesa cattolica godeva della povertà nel solito modo, ovvero nel modo in cui si sembra così buoni quando si fa l'elemosina ad un povero, tanto che nessuno nota più se alle radici della povertà ci sia la Chiesa stessa e la cultura che propaga (1). Stessa cosa per il PCI, che attingeva da INPS ed altre fonti fiscali, e tra cassa integrazione e pensioni a gogò riusciva a sostenere altri poveri tesserati.
La cosa che occorre far notare che è che sia Chiesa che PCI riconoscevano sé stessi in un mondo di miseria e disperazione, tra masse di persone che chiedevano solo un tozzo di pane ed una qualsiasi emancipazione (2). 
 
AGLI ANNI ‘80
[...] con gli anni '80 arriva il boom economico, la nascita di un [...]ceto medio con [...] una propria cultura, un aumento repentino di scolarizzazione. Si delinea così [...]una nuova figura sociale, il benestante. [...] Il giovane cresciuto negli anni '80 , maschio o femmina che sia, vuole studiare, mettersi a lavorare e realizzarsi economicamente. Niente di più. Non ha bisogno di carità dalla chiesa e non ha bisogno di cassa integrazione [...]. Può semplicemente trovare un lavoro, uscire di casa e gestire la propria vita.

NUOVI NEMICI 
[...] Nell'impiego pubblico si viaggia molto vicini al rapporto tra 50%-50% tra donne ed uomini, ed il mondo degli statali è quello ove si raggiungono i livelli più alti di parità. Tutte le donne "emancipate" del paese, o quasi, hanno un lavoro pubblico. L'illicenziabilità le protegge da ricatti e ivi si trovano le donne che più serenamente possono rimanere single o divorziare dai mariti. [...] L'impiego pubblico privilegia le donne scolarizzate, e così le ragazze vanno a scuola! Avviene dunque un [...] grande cambiamento culturale su
tutti i temi che riguardano la donna, a partire dalla gestione delle leggi su divorzio e aborto sino all’[...]immagine politica, se si inizia allora a parlare della Bonino come presidente o se Cicciolina viene eletta in parlamento. [...] La sessualità femminile conosce il primo respiro di libertà [...]arriva persino la pornostar italiana 100%, Moana Pozzi, in TV.

[...] Altri nemici sono gli istituti tecnici e le PMI. [...] Esse fanno un uso smodato di giovani che escono dagli istituti tecnici italiani, che all'epoca rasentano in qualità le scuole tecniche tedesche [...] Questi giovani escono da scuola e vanno a lavorare, iniziano a guadagnare e vogliono consumare. Rappresentano un serbatoio enorme per l'edonismo degli anni '80,e non hanno bisogno di sindacati, che non penetreranno mai le PMI.

[...] La scuola del periodo è - fatta eccezione per gli istituti tecnici - estremamente teoretica ed ha un'impronta filosofica. Il risultato è che dalla fine degli anni '80 si realizza una situazione pericolosissima per la quale la provincia italiana rischia di perdere quell'identità che la Chiesa - insieme a famiglie bigotte che si prestavano molto - era riuscita a tenere curva e ottusa. Non per nulla, proprio all'inizio degli anni '90 ricominciano moti studenteschi [...].

[...] Confindustria, [...] non è per nulla contenta dello sviluppo delle PMI, dal momento che la loro sempre maggiore autonomia ne fa da schiavi contoterzisti ad aziende che vanno sul mercato in autonomia, e fanno concorrenza alle aziende più grandi. Inoltre Confindustria sa che quando un giovane esce da perito da scuola e se ne va a lavorare, ci sarà un ingegnere in meno da sfruttare in qualche grande azienda. Il costo dei laureati in quel periodo sale, mentre alle PMI bastano i periti, in pratica le PMI stanno cannibalizzando le risorse umane degli industriali.

OBIETTIVI
[...] Non ci vuole molto a capire che con gli anni ‘90 sarebbero partite delle iniziative volte a:
  1. Distruggere il lavoro pubblico. Privatizzazioni e blocco delle assunzioni colpirono principalmente statali, ovvero principalmente il sogno paritario femminile.
  2. Distruggere gli istituti tecnici, che formavano persone troppo autonome in una età considerata ancora troppo "attiva".
  3. Distruggere le PMI, che non assumevano chi volevano i partiti e non lasciavano entrare la "meritocrazia del sindacato".
  4. Annientare la componente teorica della scuola, in modo da trasformare i licei da istituti che formano pensiero libero ad istituti che formano pensiero banale.
tutto questo era un disegno preciso, deliberato e cosciente.

La lunga serie di inutili privatizzazioni non portò quasi nessun sollievo alle finanze pubbliche, che dovevano prima sobbarcarsi il debito degli enti, e poi vendere la "good company". Le aziende privatizzate venivano, tranne rare eccezioni, spolpate da finanzieri senza scrupoli. Gli stessi che oggi si osannano come salvatori della patria. Lo scopo era quello di togliere alle donne ogni speranza di un grosso ambiente paritario, il lavoro pubblico, ove si accedeva per titoli di studio, il che le spingeva a studiare. Obiettivo raggiunto. 
La distruzione degli istituti tecnici ha tolto risorse umane alle PMI, producendo in cambio ingegneri a buon mercato per Confindustria,  di cui la stragrande maggioranza pagata MENO dei periti delle PMI, semplicemente mettendo in conto coloro che sono disoccupati con la laurea. Obiettivo raggiunto. I giovani, che avevano trovato un respiro di autonomia economica negli anni '80, tornano a casa. "E sotto il mio tetto si fa quel che dico io". 
Le PMI sono state distrutte togliendo loro i periti e gli operai specializzati prima, e poi a furia di tasse. Risultato raggiunto.
La scuola produce farlocchi destrutturati incapaci di un ragionamento compiuto. Obiettivo raggiunto.

Ci sono voluti vent'anni, dal 1990 al 2010.

VECCHIE SOLUZIONI
Non era difficile di per sé mantenere l'Italia al punto di massima. Si sapeva benissimo che la crescita enorme fosse trainata da PMI ed esportazioni. In quel senso, si trattava di detassare - anziché chiudere un occhio sull'evasione per poi combatterla in tempi di crisi - le PMI al momento. Ma Sindacati e grandi industrie non volevano, i sindacati perché  nelle PMI non facevano presa, gli industriali perché le PMI stavano attirando tutti i giovani talenti.

Non sarebbe stato difficile nemmeno migliorare la scuola, dal momento che gli istituti tecnici erano già, per via dell'autonomia didattica, allineati con le imprese locali. Il processo era già in corso, bastava solo lasciare che la selezione procedesse da sola. Gli istituti tecnici dell'epoca erano già popolatissimi: era chiaro sin da quei tempi quale istruzione fosse morente e quale vincente. E i licei scientifici stavano prendendo il sopravvento perché erano il punto di ingresso per l'istruzione scientifica universitaria. La selezione era già in atto, bastava non fare nulla.

Anche per le privatizzazioni non era necessario procedere in quel modo: la UE imponeva allo stato di non possedere quelle aziende, é vero, ma come si fece per le municipalizzate , e in tutta Europa, non diceva nulla delle autonomie locali. Così come si crearono le Fondazioni per salvare le banche italiane, era possibile creare consorzi e municipalizzare - in mano alle regioni, magari - le aziende in dismissione. Cosa che del resto fecero Germania e Francia.

Il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego non era indispensabile, se si voleva risolvere il problema dei costi crescenti si poteva semplicemente usare la riduzione dell'orario di lavoro, cosa che fu fatta in altri paesi.

SITUAZIONE ATTUALE
Certo, come tutti i piani a lungo termine, hanno avuto qualche imprevisto. Per esempio, la UE è andata oltre il previsto e oggi le risorse che Confindustria sperava di ottenere, laureati a costo bassissimo E competenti, stanno fuggendo. Certo, il sindacato non riesce a catturare i disoccupati e i precari, come sperava, tra le masse che vogliono farsi difendere. Certo la chiesa cattolica non aveva previsto l'effetto di Internet sui giovani. Certo, il PD ha il problemino che è nato M5S.
Diciamo che il loro piano è riuscito, ma alcuni "imprevisti" stanno impedendo loro di goderne.

Questo, però, non impedisce a questo governo di piazzarvi un'altra bella tassa sulle spalle.
Perché quello che faranno queste persone é pensare che se hanno fallito non è perché fattori nuovi ed incontrollabili sono apparsi. Penseranno semplicemente che non hanno ancora fatto abbastanza. E vi tortureranno ancora di più.

[...] E no, non è stato un complotto. Non ci sono enti nascosti, non c'entrano i rettili e non c'entra il Bilderberg. È semplicemente un programma politico deliberato, come tanti. Niente di più, e non c'è alcun segreto, ve lo hanno fatto sotto gli occhi. 

(il m.e.r.lo / articolo by Uriel*) 

__________________________
Note: 
* fonte originale: link 
1 - come dissi altrove “beati i poveri” è un invito a lasciarsi alle spalle fardelli superflui, e sovrastrutture che ci impediscono di comprendere e coltivare le radici spirituali alla base della nostra esistenza. Non può significare certo una filosofia della Povertà come mito da raggiungere e da prospettare per tutti noi. Quasi che il non-essere poveri sia una macchia morale da affibbiare a chicchessia.
2 - mentre il welfare fascista era stato concepito come sistema invasivo per togliere consensi alla lotta di classe link