Ragazzi, la tecnologia è fantastica, è comoda, è un aiuto irrinunciabile..
.. ma è anche spesso una sirena incantatrice che ci ammalia e ci attira verso sabbie paludose, nelle quali galleggiamo comodi e placidi, con quella sensazione di possedere tutto il mondo in tasca.
Un bell’articolo (che leggevo, appunto.. in rete!...) mi fa capire che la nostra libertà, oggi, assume spesso la forma rigida di scelte definite a priori, offerte dal sistema tecnologico e materialista nel quale stiamo vivendo.
Gli automatismi che si moltiplicano ci danno spesso l’illusione di poter fare sempre più cose con un clic, ma in realtà le raggiungiamo come in un bel sistema stradale, dove per accedere alla località desiderata, dobbiamo incanalarci lungo i percorsi obbligati dell’asfalto.
Un cavallo, però, anche se meno potente di quelli a vapore racchiusi nel cofano di un’auto, potrebbe galoppare sulle strade, ma anche nei campi e sugli sterrati, potrebbe guadare piccoli fiumi, passare in mezzo al fango o correre criniera al vento lungo una spiaggia. Un’auto riuscirebbe a fare tutto questo altrettanto agevolmente?
Mi piace che sia un esempio “animale” a insegnarci qualche cosa (eh eh.. ! Senno che ci sto a fare io?!).
Ora, sino a che non arriverà l’ultima super-car 007 “mission impossible” che farà praticamente tutto, vivremo (ehm... vivrete, mi ero immedesimato) schiavi di ciò che questa tecnologia può o non può fare.
Ma dove vanno a finire gli odori, i sapori, la fatica del vivere e la gioia del riposare? Siamo ancora in grado di tollerare le nostre debolezze, di ammalarci, di invecchiare? Le pilloline magiche e i ritocchi estetici sembrano imitazioni reali di ciò che photo shop e altri programmi fanno con le immagini che non ci piacciono. Pollice verso: modificare o cancellare.
Il mondo diviene contenitore di oggetti e collezione di belle figurine. Si preferisce esserne voraci spettatori, anziché generosi protagonisti.
Dare e ricevere devono tornare a rincorrersi fra loro in armonia.