Ogni eventuale somiglianza con marianesi realmente esistenti è puramente casuale. |
Non ce n’è più per nessuno.
Il Sindaco Rosa svela amareggiato alla Gazzetta di Mantova il segreto di Pulcinella che tutti paventavano: “Crollano gli incassi da discarica - Mariana maledice la differenziata”.
La scusa è bella pronta: l’ambiente.
Ancora una volta in Italia le esigenze economiche e quelle ambientali diventano incompatibili. La differenziata, infatti, non solo toglie peso ai conferimenti, diminuendo i proventi, ma riduce anche drasticamente l’apporto di umido, impedendo la fermentazione e la conseguente produzione di biogas, fonte di combustibile.
Di contro, però, bisogna ammettere che:
- l’intensità dei conferimenti traballava già da qualche anno, anche prima della differenziata
- la differenziata consente minori rischi di gestione e diminuisce la pericolosità ambientale (1)
- la negoziazione al rialzo delle tariffe di risarcimento è un’arma a doppio taglio che può ritorcersi contro chi la brandisce (2).
La fortuna è mutevole. Giocare d’azzardo alla lunga non paga.
Si sapeva che la discarica era un colpo di fortuna provvisorio, destinato a finire nel tempo. I risarcimenti sarebbero dovuti servire alla crescita del paese, alle spese di abbattimento dei disagi e/o a eventuali opere di bonifica. Una volta accettata la discarica e suoi proventi per salvare il comune dal fallimento e dallo spopolamento, occorreva fortificarsi per sganciarsi dalla flebo dell’alimentazione, e imparare a camminare con le proprie gambe. Ma l’occasione di prolungare la vita della discarica - che inizialmente doveva durare solo pochi anni - si è presentata più volte ad indurci in tentazione con una rendita facile e garantita da gratta-e-vinci “Win for Life”.
La crescita del paese, sotto certi aspetti c’è stata, ma la spesa è stata poco parsimoniosa e previdente. Lottizzazioni, compravendite, opere viarie, abbellimenti e grandi magazzini (3), ma poche strutture e iniziative in grado di attirare aziende di produzione, o di salvaguardare le campagne e il lavoro agricolo già esistente (4).
Alla fine le gufate degli invidiosi hanno avuto la meglio e le casseforti della tanto declamata Svizzera Mantovana se ne stanno aperte a pancia vuota. Alcune grandi opere staranno ferme al semaforo giallo.
Ma adesso che la musica è finita, non spariamo sul pianista.
Ci abbiamo marciato e ballato tutti, chi rimbrottando, chi predicando nel deserto, chi lasciando fare, chi assecondandone allegramente il ritmo. Il nostro sindaco ce la suona da vent’anni, e la maggioranza della popolazione è sempre stata con lui. Ora vanno condivisi oneri e onori, grandi opere e mutui.
Nonostante navighi in “acque” basse l’amministrazione di Mariana ha agito comunque con dignità: il nostro è stato uno dei 4 comuni (su ben 18 coinvolti!) che ha onestamente restituito i finanziamenti ricevuti per le casette dell’acqua, dopo che la magistratura ha bloccato il progetto per irregolarità nell’assegnazione degli appalti dell’ente Aato, promotore dell’iniziativa.
Chi vivrà si rimboccherà le maniche. I marianesi tireranno fuori dal cilindro una nuova risorsa.
La voglia di darsi da fare per gli altri non ci manca.
m.e.r.lo
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Note:
1- Meno odore e meno percolato, cosa non da poco, considerato che la discarica nasce molti anni fa con teli e fondamenta adeguati a una minore portata di carico, rispetto a quella attuale. Nuove strutture verranno sistemate per l’attuazione del vallone centrale, ma ciò che è sepolto è sepolto.
Sull’ampliamento della discarica leggi bicchiere a metà.
2- Gli alti costi richiesti da Mariana spingono la Tea a:
-dirottare i conferimenti verso altre discariche più convenienti, cosa che di fatto avviene
-premere per una revisione al ribasso delle tariffe alla prossima scadenza del contratto, una volta digerita la notizia dell’ennesimo ampliamento della discarica (in altezza).
3- Ne avevo accennato in post precedenti come bravi ragazzi e bravi ragazzi 2, compravendite, apperò, fantaprogetti...
4- La terra è l’unico bene rifugio sostanziale in grado di ospitarci e alimentarci anche in tempi di dura crisi: sull’importanza del suolo agricolo ved. mio post suolo prezioso.