Ma perché l’idea di sovranità monetaria dei movimenti anti-signoraggio fa venire l’orticaria al povero Barnard? Non si viaggia tutti nella stessa direzione?
No, la chiave di lettura della teoria economica promossa da Barnard (ME-MMT) ribalta le prospettive ed offre un quadro più ampio e fruibile nella ricerca delle soluzioni possibili a questa crisi globale.
In un mirabile articolo Barnard sfata pregiudizi sostanziali all’origine del signoraggio: la spesa statale, anziché motivo di debito parassita e criminale, viene vista addirittura come fonte di ricchezza per i cittadini.
-Di fatto, la spesa degli Stati a moneta sovrana, che finisce nelle casse delle Banche centrali sotto forma di Buoni del Tesoro, NON è mai debito dei cittadini.
-Le tasse NON servono a ripagare il debito pubblico.
-Gli stati a moneta sovrana NON sono tenuti a onorare quel debito, neppure quando detenuto da banche Centrali.
Secondo le teorie del signoraggio la moneta è di proprietà delle Banche che la stampano/emettono, e che poi si fanno pagare a caro prezzo, imprigionando lo stato e i suoi cittadini in un sistema di prestito da strozzini. Ma NON è così: le Banche assistono lo stato, che in realtà per “primo” emette moneta (dal nulla, se la inventa) per proprie esigenze di spesa, per fornire beni e servizi. Dopo che lo stato ha emesso e utilizzato tale liquidità, questa può essere messa in circolazione e ridistribuita in parte ai cittadini stessi tramite il sistema bancario commerciale.
Non è vero che le banche creano un sistema di indebitamento infinito. NON è infatti previsto per legge che ciò accada, e gli Stati NON vendono direttamente i propri titoli alle Banche Centrali*.
Non è vero che i titoli di stato costituiscono un debito per i cittadini, ma il loro risparmio.
Non è vero che Le Banche fanno di tutto per monetizzare i titoli vendendoli ai privati o tenendoli per sé sino a maturazione.
In realtà, quando un privato cittadino acquista Titoli di stato, non s’indebita, bensì si arricchisce, ovvero trasferisce di fatto il proprio denaro da un conto corrente a bassissimo interesse ad un “libretto di risparmio” a interessi superiori (il titolo). Il debito dello Stato a moneta sovrana, poi, non viene mai ripagato, cioè non giunge mai a maturazione. E siccome il debito dello Stato a moneta sovrana diventa un “attivo” per il cittadino, esso arricchisce di fatto la società stessa, equilibrando e riducendo l’inflazione e il debito stesso.
Nonostante accada che talvolta le banche si inventino davvero del denaro dal nulla per chiederne indietro il conto con gli interessi (= prestiti e mutui), in realtà il bilancio non è così tragico: ovvero il denaro inventato dal nulla a costo zero non viene risarcito a costi così esorbitanti. Solo gli interessi sul prestito sono reali, per il rimanente si azzera.
Le banche creano sì numeri elettronici e carta moneta di nessun valore, “facendo finta” che abbia un valore nominale importante, ma in tal modo si impegnano a ritirare come pagamento la stessa carta-straccia e gli stessi controvalori elettronici in numeri come fossero del medesimo valore emesso, quindi di fatto entrambi, “produttori” e “consumatori” stiamo facendo finta allo stesso medesimo gioco. Lo stesso varrà per i prestiti che intercorrono fra banche e banche, fra banche centrali e banche commerciali sul territorio. Lo stesso varrà per i titoli di stato messi in contropartita della moneta emessa.
Carta straccia contro carta straccia, convenzioni e numeri che per la loro massima parte si creano e si annullano, circolando e determinando il movimento della produzione e dello scambio di beni reali.
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Decadendo così la maggior parte delle critiche e delle premesse sulla teoria del complotto del signoraggio, perde infine importanza il fatto che la proprietà delle banche sia sempre più in mano a privati anziché ad enti statali. Senza contare che una larga parte (60% e oltre!) degli introiti delle Banche Centrali devono rientrare poi per legge, ogni anno, nelle casse dello stato.
Anche se parte degli introiti evadesse i controlli e volasse verso paradisi fiscali, di fatto finirebbe coll’essere speso e immesso sul mercato, generando compravendita e scambio di beni che alimenterebbero la produzione e il guadagno di questa o quell’azienda o di questa o quel lavoratore. Tutto è “interconnesso”.
La correlazione fra inflazione e creazione della moneta è inoltre meno forte di quanto si pensi, è infatti ben più legata all’andamento economico reale e alla possibilità di convertire la moneta in metallo prezioso, i cui meccanismi invito ad approfondire in separata sede.
Oggi gli stati che non posseggono moneta sovrana «non possono più emettere moneta per PRIMI […] e devono andarsi a cercare gli euro sui mercati di capitali, contrattando i tassi d’interesse esattamente come un cittadino […]».
Di fatto si tratta di un «debito contratto con privati che non può più essere ripagato semplicemente emettendo nuova moneta inventata dal nulla, come possono fare gli Stati a moneta sovrana [...]. E dunque i governi euro per ripianare quei debiti devono tassare i cittadini, tagliare la spesa pubblica e racimolare euro da altri privati. Inoltre, e di conseguenza, la spesa a debito dello Stato non è più l’attivo dei cittadini».
Il vero “crimine” consiste nel modo in cui questa esautorazione della moneta sovrana sia stata architettata a tavolino, in modo intenzionale e incurante delle conseguenze, da molto tempo, a nostra insaputa (un complotto da qualche parte c’è, tutto sommato!).
In realtà - conclude Barnard - «se un signoraggio esiste, esso è a favore dello Stato a moneta sovrana, che è l’unica entità esistente sulla Terra che può emettere denaro a costo zero e con esso appropriarsi di beni concreti. Ma questa si chiama Sovranità, non signoraggio».
Merlus æconomicus vulgaris
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Note:
* Durante l’attuale crisi greca in Europa, la Banca Centrale Europea ha sempre opposto rifiuto alla richiesta di Francia e Germania di monetizzare i titoli di Stato greci, sino a che vi è stata infine costretta, ma non di “buon grado”.