Anche le vecchie preghierine della sera raccomandate da nonna possono essere utili per risvegliare e rinvigorire l'energia pensiero.
Incartapecorita per il poco moto all'aria aperta, la preghiera è diventata ormai uno strumento-tormentone ripetitivo e vuoto, come la nenia noiosa di un mantra tibetano. Eppure la mente e il pensiero sono energie potenti, in grado di aprirci nuove prospettive. Cosa significa pregare o meditare, oggi?
Pregare, meditare o contemplare significa semplicemente selezionare ed espandere le nostre percezioni e la nostra immaginazione in reazione ad un evento scatenante. L'evento può essere una frase, un concetto, un ricordo oppure anche la semplice visione di un oggetto, una persona o un paesaggio naturale. Un po’ come riflettere più intensamente, più a lungo e con più concentrazione.
Ma per molti di noi, immersi nell’indaffarato progresso tecnologico, tutto questo è di difficile pratica e comprensione. Quasi impossibile creare un momento "vuoto" assoluto da dedicare al pensiero concentrato. Tutt'al più qualche riflessione flash mentre si ascolta una musica piacevole o si legge un articolo di rivista o di rete. Come riuscire a staccarsi completamente dai pensieri densi e quotidiani per almeno 5 minuti veri e infiniti, senza alcuna interruzione? Un gatto miagola o un’auto romba e il filo delle “visualizzazioni” scoppia in un caleidoscopio di interferenze.Mentre si prova a meditare il tempo sembra volare, 10 minuti si dilatano in mezz’ora o più. La mente deve dissolvere costantemente ogni elemento di distrazione per riportare il fiume impetuoso al suo alveo originario.
Il vero successo credo sia quando riesci a creare il vuoto assoluto e ininterrotto anche per un tempo brevissimo, nel quale ritrovare il potenziale del pensiero puro, ricettore e creatore di mille disegni. In questa oasi di non-tempo vi sarà spazio per le infinite realtà interiori, che dovrebbero darci la stessa sensazione dei sogni, dove pochi minuti ci sembrano ore per la complessità e varietà di luoghi e persone incontrate*.
Come riuscire a realizzare questo vuoto temporaneo e riempirlo della nostra energia? Come domare la mente? È da un po’ che - ehm - ci “medito”.
La soluzione è abbandonare la mente razionale come la zavorra di un razzo. La ragione astratta è solo un motore che ci porta su, ma poi deve staccarsi per liberare la navicella nello spazio. Una volta lì, non resta che volare ed esplorare.
Usare l’energia pensiero è affare di tutto il nostro veicolo-essere e non solo una questione di testa! Non serve dunque stare costretti fermi
e seduti in improbabili incroci al profumo di loto. Possiamo muoverci nell’abitacolo, oppure scendere su un pianeta per visitarlo. Vivere volando, o volare vivendo, insomma, tenere piedi e mani attivi e capo in
cielo: "meditazione dinamica" o "contemplattività", questa è la chiave per gli
iperattivi di oggi.
Ho trovato un supporto a ciò che penso in una frase di Saint Germain*: «La meditazione può diventare ritualistica. È in verità un grandioso procedere in questa contemplazione del silenzio e della solitudine dentro Sé [...] ma non vorremmo che divenisse un dogma, perché questo sarebbe una limitazione [...] progredendo nel vostro sviluppo [...] saprete che la vostra vita è una meditazione. Camminerete in meditazione costante [...]».
Vita vera e preghiera che si tramuta in contemplazione attiva, dunque.
m.e.r.lo.
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* a dire la verità qualcuno sostiene che questi “viaggi” siano molto meno illusori di quanto crediamo
* in Anime Gemelle. Saint Germain è uno dei "Maestri Ascesi" al cui nome vengono ascritti numerosissimi messaggi spirituali particolarmente indicativi di questa delicata fase di trasformazione storica. La sua opera più citata è Io sono.