Oh, beh, non si può proprio dire che l’abbia girato in lungo e in largo, ‘sto mondo, ma un’idea di questa società me la sono fatta. Più che un’idea.. un’immagine.
Già, spesso abbiamo poche parole, ma molto da dire; poco tempo, ma molto da fare; poco spazio per esprimersi ed ascoltare se stessi, ma tanto bisogno di comunicare con gli altri. E allora: l’uomo rivoluziona i propri mezzi espressivi ed esalta l’immagine.
I media di massa hanno preparato la via: immagini, filmati e qualche commento “a caldo” sui fatti del mondo, sempre tanti e raccontati di fretta, infilati uno dietro all’altro come una collana di perle. Varietà ricchi di pailettes e belle donne ammiccanti si avvicendano a programmi trash con battibecchi accesi, e urla di imbonitori da strapazzo. La carta stampata stessa non rimane immune dalla febbre visiva e si colma di fotografie sempre più colorate; le copertine delle riviste si fanno patinate e seducenti, così come quelle dei libri, che abbandonano la rigidità della noiosa finta pelle. Il fascino del grande schermo del cinema ci cattura con magici effetti 3D.
Quando un uomo ti dice che cambierà, probabilmente si riferisce al canale che sta guardando sulla tv!
La rete, poi, ha portato questo fenomeno all’ennesima potenza: immagini mordi e fuggi, banalità riciclate, buon senso spicciolo, riflessioni flash.
Ahinoi, va tutto male? Naaa, la solita retorica, penserete !
E invece NO. Retorica bannata.
E’ solo mutato il mezzo che conduce alla riflessione: un’immagine al posto di tante parole. Che c’è di male? Un concetto, se lo si vuole esprimere, è sempre comunque inafferrabile e fuggevole, per quanto lo si descriva, ed è sempre posto tanto in alto da essere inarrivabile nella sua completezza.
Proprio perché privi di forma, l’idea e il pensiero possono essere rappresentati in mille modi.
Le parole di uno scritto, ad esempio, riescono ad evocare molto bene emozioni, sentimenti, passioni e ricordi, ma.. diciamocelo, all’immagine cosa manca? Forse che un’immagine non riesca ad essere ugualmente potente ed evocativa? Certo l’immagine è più definita ed imprigiona leggermente il concetto stesso che vuole illustrare, limitando un po’ la capacità immaginifica e la fantasia, ma in fin dei conti l’impulso al bello e alla sua rappresentazione “formale” è stato già operato in altri tempi attraverso l’arte (affreschi, sculture, grandi edifici...).
Ad ogni modo, nonostante i grandi cambiamenti, la parola rimane ancora un caposaldo importante: i telegiornali hanno bisogno delle didascalie, le canzoni di belle parole, la rete di... blog e articoli che danno notizie o che interagiscano con i lettori.
In fin dei conti si può dire che l’immagine condisca meglio la pietanza dei concetti espressi a parole, consentendo una fruizione più diretta ed intuitiva del concetto stesso.
Curioso però, che in quest’epoca di videofonini, web-cam, conferenze telematiche ed esibizionismo nei reality e talent show, ritorni in auge il buon vecchio “chiacchierare” digitando solo i tasti delle lettere, attraverso blog e nickname, dove, il gioco del reality si tramuta in gioco di ruoli. Le prospettive si invertono. Se nel reality i personaggi sono interpretati da persone vere, che desiderano riconoscersi meglio ed affermare se stesse e la propria immagine, nei giochi di ruolo le persone vere si fingono personaggi di fantasia, per andare oltre la propria immagine reale e corporea ed esprimere meglio alcune parti di sé, per riscoprirsi e riconoscere.
il merlo