Scatta il ritornello mediatico della lotta all’evasore. Come fosse loro la colpa di tanto sfacelo e malgoverno!
La pressione fiscale è alle stelle e quando il malcontento è incontenibile si arriva a sacrificare persino il proprio figlio Isacco, in nome del dio ingiusto della tribolazione. Tutto pur di non toccare i propri agi e i propri privilegi per non rischiare di dare coerente esempio.
Guai agli evasori, in tutti i sensi. Guai a chi cerca di evadere da questo sistema e questa società iniqua, guai ai sognatori e coloro che osino svignarsela. Dobbiamo stare tutti proni al dio denaro, al boia oscuro dei debiti contratti. Preghiamo i beati mercati tutti che ci regalino qualche posto di lavoro e piena occupazione nei secoli dei secoli.
La Repubblica è fondata sul lavoro e la vita dell’uomo pure. Vi pare sensato?
E la qualità di vita, le emozioni, i talenti, il tempo libero? Robaccia improduttiva da cancellare insieme alle feste dei santi patroni?
Ma se avete un determinato gettito fiscale, perché lo sperperate e create debiti? Ammettiamo pure che tale gettito sia più basso delle aspettative perché molti hanno evaso le tasse: spendete ciò di cui disponete realmente, no?
Se ci ritroviamo con le pezze al culo è solo perché non si sono fatti i conti della serva. Amministrando di questo passo, con regole colabrodo lassiste e nepotiste, se anche gli evasori pagassero di più, molto probabilmente faremmo ancora più debito.
Questo si chiama vendere il gatto prima ancora di averlo nel sacco.
m.e.r.lo.
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