Belle parole. La barca Italia è un colabrodo.
Al largo il Titanic Europa è pronto ad accoglierci. Capitan Draghi fa larghi cenni con la mano e ci urla che ci prenderà tutti a bordo. In cambio dobbiamo fare solo una cosetta: dare la nostra parola di scout che obbediremo al MES e altre amene siglette. Giusto una firmetta su un contrattino. Col sangue. Finché siamo ancora vivi (1).
Altri briganti ci promettono l’accesso alle scialuppe.
Abituati come siamo a seguire imbonitori, saltimbanchi, e leader da balcone, rischiamo però di andare ancora nella direzione sbagliata.
Oltre a Grillo si affaccia oggi alla scena un “nuovo” astro nascente: Giannino e soci.
Nell’articolo di presentazione del suo “Fermiamo il declino” (2) ci sono tutti gli ingredienti per una ricetta golosa:
-UOVA: Leviamo Berlusconi
«Siamo convinti che Berlusconi sia da tempo un capitolo che va chiuso, che il Pdl sia a questo punto un’espressione di mera difesa personale e aziendale»
-FARINA: Via anche Bersani, Vendola, Di Pietro e Casini
«Con una sinistra che oscilla tra mega-patrimoniali e divisioni su ogni cosa, il primo a sapere che cosa avverrebbe dell’Italia sui mercati se vincesse con Vendola e Di Pietro con l’attuale legge elettorale è proprio Bersani. Tanto tutto ciò è chiaro, che il Quirinale si dà da fare da mesi perché i partiti rinuncino non solo alle scandalose liste bloccate, ma soprattutto al premio di maggioranza, in maniera che nessuno vinca. Perché con Berlusconi o Bersani al comando, con la loro eterogenea e – per ragioni diverse – poco stimabile dai mercati corte di sostenitori l’Italia accelererebbe la sua messa in mora già in corso da anni»
-BURRO: Sciogliamo il Debito
«Per non uscire dall’euro e capitombolare in più povertà, il binomio delle scelte necessarie resta quello che da anni destra e sinistra non hanno imboccato: abbattimento del debito tramite cessione di attivi pubblici; 6 punti di Pil almeno di spesa pubblica retrocessa in meno imposte a lavoro e impresa»
-ZUCCHERO: Cittadini impoveriti, riprendetevi le vostre ricchezze
«Non serve all’Italia un partitino delle imprese, una riedizione di vecchie conventicole elitiste laiciste e liberiste. Serve parlare agli italiani che diventano ex produttori, ai milioni che così non lo diventeranno mai. È al sostegno del loro reddito che bisogna pensare, alla produttività del mercato interno, perché il miracolo dell’export da solo non può evitarci disastri»
-LIEVITO: Amici del nord, per voi schiacciamo un occhiolino al federalismo
«C’è anche un punto che riguarda Nord, il Sud e il federalismo. Lo sottolineo perché insieme alle promesse tradite da Berlusconi su tasse, spesa e debito, il Nord è l’altro disastro irrisolto figlio di 18 anni di chiacchiere. [...] Piero Bassetti, che oggi rilancia le tre macroregioni che potrebbero risolvere la questione crescita-debito-Ue come Roma non è riuscita a fare»
Un bell’impasto, eh? Senza neppure bisogno di fastidioso sale amaro sui temi energetico-ambientalisti dei grillini.
Non serve nemmeno il frullatore, perché questa roba è tutta trita e ritrita: si torna al vecchio capitalismo dell’economia d’impresa. Un vero liberismo, dove le imprese sono finalmente più libere di agire.
Ma si sa che se i prodotti non sono freschi il dolce non viene bene e allora questo zuccotto lo si mette in frigo per trasformarlo in una dolce bavarese.
La ricetta per “abbattere il debito” e per porre fine alla corruzione statale è infatti una vera e propria “doccia gelata”. Sta scritta cheta cheta ma chiara e netta:
“abbattimento del debito tramite cessione di attivi pubblici”!
Ovvero depauperiamo la popolazione per sfamare le imprese, anziché le banche! Proprio la stessa ricetta di Monti e Draghi, ma con diverso beneficiario: anziché mandare in arena sia cristiani che industrie per saziare il mercato impazzito, Giannino & co. salverebbero la pelle a tutto il comparto produttivo, lasciando ai leoni i soli cristiani straccioni.
Invece che premiare chi lavora bene e fare tesoro dei proventi e dei servizi forniti, si continuerebbe dunque a smantellare e a cedere ogni ente pubblico ancora in attivo. I cittadini verrebbero privati dei pochissimi gioielli di famiglia ancora rimasti, tagliando definitivamente ogni fonte di potenziali proventi per il futuro.
Da economia corrotta e venduta ai mercati degli speculatori, si passerebbe a (sana?) economia d’impresa, in mano a borghesia e danari privati, alla mercé dei cartelli e della concorrenza (apparentemente) selvaggia per ogni servizio (telefonia, energia elettrica, gas, acqua potabile....). I pochi enti pubblici funzionanti e in attivo fatti a brandelli per essere comprati dai privati a prezzi di saldo, fruttando solo poche monetine da gettare nelle gole degli usurai del debito.
Persino l’amministrazione di un piccolo comune come il nostro sa di dovere incrementare il patrimonio pubblico con nuovi beni, per fornire servizi (es. alloggi a fitti agevolati; servizi scolastici e parascolastici...) e creare un patrimonio di ricchezza per la comunità (3)!
Infine, come cigliegina sulla torta il Giannino indossa la cotta di Alberto da Giussano per brandire il contentino delle macroregioni alla conquista degli imprenditori del Nord.
Mah!?
Tanti altri uomini di buona volontà si stanno invece muovendo fuori dalle belle parole e dalle ciarle televisive con nuovi progetti e intenti (web, incontri e discussioni). Progetti in divenire fuori dai vecchi schemi. Nuove economie e sistemi che si allontanano dallo spettro del binomio comunismo/capitalismo (4).
Ci sarà utile affinare il discernimento - e lo dico in primis a me stesso - per imparare a leggere fra le righe degli imbonitori e dei falsi filantropi emergenti.
L’acqua sta salendo e dovremo trovare la giusta via d’uscita prima che giunga alla gola.
Con esercizio e volontà ci riusciremo.
m.e.r.lo
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Note:
1- link Stampa Libera; link Paolo Barnard
2- link Fermiamo il Declino ; Link ilvostro
3- Non entro qui nel merito delle singole azioni amministrative, sull’opportunità delle quali ciascuno nutrirà le proprie personali opinioni di assenso-dissenso.
4- Molti ne stanno nascendo, anche di nostrani. Oltre alla buona volontà del Movimento a 5Stelle di Grillo, posso citare Paolo Barnard e la sua pratica Modern Money Theory; il giornalista Massimo Fini; oppure nuovi virgulti come Francesca Colella con la sua Nuova Economia Etica Ecologica Organica; oppure “guru” come Italo Cillo e il suo Tempo di Cambiare; oppure ancora i progetti di Gruppi di Acquisto Solidali e le libere comunità di Jacopo Fo; e molti altri, che voi lettori stessi potete segnalare per arricchire le conoscenze di chi desidera cogliere l’ispirazione.