il merlo oggi è più curioso e cerca lontano dal nido

28 aprile 2013

Homo ipertechnologicus

 

Uriel scrive verità grandi come case, intuisce prospettive future, vede oltre l’ottusità dei benpensanti, ma sul più bello ti si apre in due come una mela e ci vedi un nocciolino d’anima piccolo piccolo (1). Per lui siamo tutti Amish senza speranza in un mondo cazzuto e implacabile dove l’avanzata della tecnologia non perdona.
Piani già fatti per i prossimi anni, tutto già deciso: microcippati e circuitati come robot da scaffale. Tutto tracciato, pagamenti “facili” e invisibili. Lettori ottici che sniffano la paycard della nonnina direttamente dalla borsa, per prosciugarle i preziosi senza la fatica di contare gli spiccioli. Il contante verrà cacciato con gli arpioni come le balene, fino alla sua completa estinzione.

Niente più poveracci che lavorano in nero e drogati border-line, niente più mignotte e gangster da strada. I rubagalline non riusciranno più a rivendere la radio rubata. Solo i grossi squali sopravvivono, solo i ricchi delocalizzano e ripuliscono gli affari sporchi con coperture plausibili e tracciabili.

Niente più libertà, tutto registrato, tutto controllato. Mi tornano alla mente certi film su Alcatraz del futuro, dove i pensieri e i sogni vengono monitorati e manipolati per prevenire gli atti criminali.

I non-tecnologici, gli anti-crescita, gli umani, sono tutti brontosauri inconsapevoli, disoccupati perenni e disadattati cronici, destinati all’emarginazione e all’estinzione. Come sempre nel mondo, gli onesti ci lasciano la pelle o finiscono in gattabuia.

E Uriel si compiace di essere al passo con la tecnologia, incita gli “avanzati” a diffondere il “progresso” a ritmi ancora più veloci per penetrare meglio il tessuto sociale, per purificare la razza dai tossici, dai barboni, dagli ignoranti e dagli incapaci. Bravo lui, il nuovo ariano, che crede che parlare di cuore, amore e compassione sia da “farlocchi” perditempo.

La tecnologia senza misericordia e umanità, nasce per il controllo e per il potere di pochi, non per liberare l’uomo dalla fatica.

Possibile che una mente così sottile e capace come quella di Uriel non fiuti puzza di serpente mille miglia lontano? Senza saggezza e purezza di cuore, la tecnologia è un sentiero di ambiziosa onnipotenza che conduce ad un mondo parallelo e colorato di finto splendore. La tecnologia delle macchine non libera dai bisogni, semmai li soddisfa per alimentarne di nuovi. Così l’uomo viene continuamente solleticato e viziato, reso impotenteimages - avatar e iporeattivo, fino alla più bieca dipendenza. 
È come convincere qualcuno a ridursi all’immobilità del letto per poi attaccarlo ad una macchina con tubicini, occhialini e schermo, e proiettarlo in una vita virtuale consolante e appagante, con tanto di Avatar che può mutare d’aspetto, saltare, correre o persino volare! Bello, eh? Potenziamento delle prestazioni, estetica da favola e ambienti  da sogno!

Inebriati dalle promesse del petrolio, del nucleare e della farmacologia d’assalto ci siamo messi giù per una discesa da brivido, che ci promette viaggi sensazionali come su un otto volante: non devi dare nulla, se non salire sulla navicella, legarti per bene e alzare le mani. Al resto ci pensa chi gestisce la giostra. 
Altro che energia libera e invenzioni al servizio dell’uomo! La velocità è vorace, rapisce e manda su di giri, innalza alle stelle come novelli dei. Sempre più forte. Chi non ci sta voli via e si sfracelli, chi si ferma è perduto.

Invece il nostro cervello, anima, spirito, energia o quello che sia, senza distrazioni e stimoli fasulli potrebbe fare scintille. Viaggi astrali, stonehenge2telepatia, visioni auriche e frasari del genere non sono più così ridicoli e impossibili da realizzarsi. Alcune tecniche "alternative" di cura e ipnosi lo dimostrano. Scienziati outsider si avvicinano a nuovi concetti spazio-temporali. I monumenti del passato “diversamente  tecnologico” ci ricordano saggezze e “contatti” perduti che attingevano a forze viventi attive, non ancora atrofizzate da macchine e condizionamenti collettivi di massa.
 
Noi creiamo le macchine, non viceversa. Perché mai dovrei affidare supinamente tutta la mia vita al loro ritmo e controllo? Tecnologia di servizio, non di potere.

Seguiamo la corrente e vediamo dove ci porta. 
Io sono un merlo che confida ancora nell’Uomo.
 
schema_1
il m.e.r.lo
 
Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all'uomo,
non servirà all'uomo per comprendere se stesso,
finirà per rigirarsi contro l'uomo

[Giordano Bruno 1548 – 1600] (2)


P.S. leggi anche la "revisione" nel mio post sccessivo "Da tecno-scettico a tecno-entusiasta"
 
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Note:
1- http://www.keinpfusch.net/2013/04/la-singolarita-economica.html
2- http://www.giulianaconforto.it/