Io sogno una repubblica non fondata sul lavoro,
dove la ricchezza, la vita e la felicità degli esseri umani non siano legate al lavoro.
Perché se affido ogni potere di scambio e di acquisto a un mezzo cieco ed estraneo (= denaro, oro o altro) e se faccio in modo che per ottenere quel mezzo l’unica via sia quella
del lavoro e della fatica, e se consento come unica scorciatoia la violenza o la furbizia truffaldina, allora otteniamo una società come la nostra, dove la curva del mercato e i capricci della finanza decidono le sorti degli stati e la penuria del lavoro la qualità della vita e il grado di ottimismo e felicità dei cittadini.
Ma la prosperità siamo noi, e noi la creiamo. Non mangiamo soldi, nè li respiriamo. Essi sono solo un mezzo, un veicolo che ci porta più in fretta alla meta. Un veicolo faticoso, che richiede continua e ossessiva manutenzione, che ruba ore e momenti preziosi al nostro essere.
E se accedessimo direttamente ai beni senza alcun intermediario?
Noi abbiamo riconosciuto al denaro un valore perché aderiamo ad una convenzione comune che lo afferma. E se domani lo considerassimo carta straccia?
L’unico mezzo potente di scambio diventa un’energia di condivisione e solidarietà. Il lavoro diviene servizio volontario per aiutare la società a produrre beni per tutti, per una distribuzione equa di essi. Ciascuno attinge liberamente secondo necessità.
Lo sviluppo tecnologico sta elevando la produttività, al punto in cui pochissimi uomini riescono a guidare macchine sempre più sofisticate in grado di creare ogni genere di bene e articolo in quantità sempre maggiori.
Senza concorrenze basate sul profitto si punta solo all’emissione di beni di qualità realmente rispondenti alle esigenze di ciascuno, a causa del legame sempre più intimo e coincidente fra produttori (volontari) e consumatori.Una società in grado di organizzare le attività e indirizzare il servizio sociale nelle direzioni più utili e necessarie.
Il denaro è stato creato per agevolare gli scambi, perchè il nostro ego primitivo e diffidente non voleva dare al proprio fratello ciò che gli era in sovrappiù. L'oro e il denaro erano un mezzo universale che andava a sostituire il laborioso baratto di merci diverse. Il denaro è un facile quantificatore. E come tale ha quantificato ogni cosa, ha imbrigilato tempo, debito, fatica e oblio di sé.
Di fatto, senza soldi/sassi/conghiglie o qualunque altro mezzo di scambio che non sia la nostra stessa volontà ed energia ci districhiamo dalle briglie della quantità per tuffarci nella qualità dell'essere:
- faremmo solo ciò che ci piace, ma, per solidarietà, potremmo anche fare del volontariato per lavori meno piacevoli e necessari, ad ogni modo ridurremmo il monte ore dedicato al lavoro “imposto” e stressante
- nel campo della ricerca tecnologica e scientifica privilegeremmo uno sviluppo più umano, meno alienante e inquinante, più creativo (es. auto a carburante pulito, stampanti che producono beni di ogni tipo su richiesta, ecc..)
- le fabbriche e le industrie opererebbero in collaborazione per uno scopo comune, aumentando la produttività e le innovazioni tecnologiche
- maggiore efficienza e minore fatica anche per ogni altro settore produttivo, compreso quello agricolo
- senza la bandiera del profitto s’indebolirebbero naturalmente lobby farmaceutiche, militari e criminali
- l’uomo vivrebbe meglio, più a lungo, si ridurrebbero drasticamente i fattori di rischio per la sua sopravvivenza: +prosperità economica, +rilassatezza e soddisfazione, +realizzazione sociale e affettiva, +aria, acqua e natura pulita, +pace sociale, +cure naturali ed efficaci …
Lasciatemi sognare in questo mondo capovolto, affinché la consapevolezza torni a galla…
il m.e.r.lo