Proteste,
bandiere, pullman, piazze...
Tutti
i sindaci d’Italia, compreso il nostro, ce l’hanno davvero messa tutta.
In
sostanza l’identità dei piccoli comuni sotto i mille abitanti è davvero salva,
perché non vi sarà più l’obbligo dell’accorpamento forzato. Però:
-
le funzioni amministrative e i servizi dovranno essere gestiti in forma
associativa con altri comuni
-
il consiglio sarà dimezzato nel numero dei componenti
-
i consiglieri si vedranno togliere la loro lauta indennità di una cinquantina
di Euro l'anno.
Oltre
al danno la beffa. Senza neppure un riconoscimento simbolico della propria
funzione con che spirito si appresteranno i consiglieri a partecipare a incontri
e riunioni, a prendere decisioni e/o a fronteggiare critiche? Benzina, tempo,
ruolo isituzionale? Va beh, dai, non facciamo tragedie, come afferma anche il
nostro sindaco Rosa, tanto quei soldi erano talmente pochi che il non riceverli
non cambia gran ché...
Quello
che si nota, tutto sommato, è che si fa
un gran parlare di federalismo e di libertà, ma di fatto si tende solo ad accentrare,
accorpare le piccole realtà per poter globalizzare tutto e condurre in mano a
pochi il potere e la gestione delle strutture.
Oddio,
in Italia, poi, qualsiasi manovra è un’estenuante trattativa. Ricchi, furbi, categorie...
ognuno a pretendere il mantenimento delle posizioni acquisite. Un occhio ai
sondaggi e un altro alla piazza. Si dribbla fra mille calcoli e alla fine si toglie
un po’ meno all’elettorato di riferimento, colpendo quasi sempre i più deboli e
i meno organizzati.
Questo
genere di calcoli sono lontani dalla realtà e dalla radice dei problemi che si
vorrebbero risolvere. Soprattutto prescindono dalla storia, dalla geografia,
dalle tradizioni (la famosa identità) di comunità considerate spesso solamente
numeri silenti di un’indistinta massa di clienti/consumatori. Insomma soggetti
da “spennare” come merli caduti nelle reti dei loro cacciatori (ehm... scusate
il gioco di parole).
il
merlo
.