Kok Punk Rock. Il punk “de nuater”.
Da quello oltraggioso dei Sex Pistols e quello impegnato dei Clash sino ai giorni nostri, il genere punk si evolve, in più di un trentennio, in una miriade di definizioni e sottogeneri diversi: ska punk, rock punk, dance punk, post punk, …
Una serie infinita di gruppi dall’impatto sonoro e scenico aggressivo e scapestrato, si sono alternati sui palchi di mezzo mondo (soprattutto Usa e UK), ma la storia non si ferma e trova continuità in un gruppo nostrano e casereccio dal nome Kok Punk Rock (il rock punk del... gallo - eheh, noi uccelli siamo sempre dappertutto!).
Davvero bravi questi marianesi.
Il loro videoclip “0376”, che mi sono ritrovato e gustato fra i messaggi di posta elettronica, mi ha sorpreso e divertito. Sapevo già di questo gruppo, avevo saltuariamente seguito le loro esternazioni su Facebook, dove emerge la voglia di divertirsi con goliardia ed autoironia (spassosi i lavori di Photoshop).
Se escludiamo i giubbini in pelle, le folte chiome e il doping pre-palco, potrebbero ricordare i primi Ramones. La differenza con questi ultimi - facendo le debite proporzioni - sta nel sentito e marcato legame alla propria terra d’origine, con quel testo “pane-e-salame” che rende meno rabbiosa la loro musica, avvicinandola quasi alla tradizione popolare: un “Duo di Piadena” con le borchie e a doppio sprint, per intenderci. Si potrebbe addirittura azzardare il conio di un nuovo sottogenere di punk: il “rural punk”.
Alessandro, Giacomo, Gino e Luca stanno sicuramente percorrendo la strada giusta. Divertendosi sapranno divertire. Impegnandosi potranno crescere e divenire il nuovo gruppo cult dei marianesi. Scrivendo testi e musiche si libereranno di quel mondo iper-inflazionato delle cover, così richiesto e ben accetto da locali e pub, ma che rappresenta un potente freno inibitore alla fantasia e al processo creativo.
A quando il concerto alla Kok in piazza castello?
il merlo
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