il merlo oggi è più curioso e cerca lontano dal nido

26 febbraio 2012

Merlonero

albero
C’è crisi, c’è crisi!

Crediamo ancora alla grande bufala della crisi internazionale? Montata d’improvviso - guarda caso - in quattro e quattr’otto, subito dopo la nascita dei mercati e delle monete uniche?

Con l’allegro ritornello della crisi saltano anche gli ultimi ostacoli burocratico-sociali per la delocalizzazione selvaggia. La crisi è una scusa pietosa per lasciare espatriare tutto il comparto produttivo senza far nulla.

Gli europei che avevano alzato troppo la cresta con sindacati e diritti vanno s-“mobilitati”. I detentori di ricchezza sperano di livellare le pretese per contare su un unico mercato mondiale di manodopera a costo minimo.

Altro che fratellanza fra i popoli e libera circolazione delle genti!

Dopo avere sfruttato gli incentivi e le varie possibilità offerte dal territorio, qui stanno chiudendo tutti gli stabilimenti tessili per delocalizzarsi (anche Mariana ha avuto la sua meteora industriale, che ha usufruito di generosi contributi).

Pare che tutti se ne stiano andando in gita in Serbia, dove lo stato offre sussidi e sgravi fiscali importanti, addirittura denaro per ogni posto di lavoro creato (senza alcuna garanzia di durata del contratto o permanenza dell’azienda stessa sul territorio). Fiat,  Benetton, Pompea e Golden Lady sono tutte là a prendere il te con i pasticcini e a godere di operai a costo effettivo zero.

L’egoismo dell’elite economica trionfa. Il mondialismo finanziario avanza. I star wars - forze oscurefurbetti che non dichiarano il proprio reddito persistono. I disperati sono in balia di lavoro nero e precariato.

L’Impero sta costruendo il proprio regno sulla Terra e si nutre delle tentazioni oscure che sono dentro di noi… 
 
il merlo


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