il merlo oggi è più curioso e cerca lontano dal nido

29 dicembre 2013

Buon Anno e Buona Europa a tutti!

ESQUIVEL-europe-day_0

“...sarò brutale” esordisce il prof. Borghi al convegno “Europa e Euro: opportunità o schiavitù”, tenutosi alla Camera dei Deputati lo scorso 16 dicembre (1). 
L’Europa e l'Euro sono due entità distinte: se vogliamo salvare l'Italia e le economie europee in crisi dobbiamo uscire dall'Euro, non ci son santi. Questione di priorità:



Contenuto del video (2)


A questo convegno si aggiungono poi molte altre riflessioni critiche su questa Euro-economia. L'impronta viene data dalla citazione iniziale del prof. Petrella, ad opera del relatore che introduce gli ospiti, dove si richiama l'attenzione sulla natura predatoria dell'economia occidentale odierna: i valori delle cose e delle persone sono oramai determinate solo dal sistema finanziario e di mercato, che genera ogni forma di ingiustizia europa mongolfiera e diseguaglianza, sfruttando e depredando i beni della natura.

Secondo il prof. Rinaldi, poi, il mito europeo del One Market, One Money di fatto ha finito col 

-favorire solo alcuni poteri forti 
 
-creare meccanismi di sistema sempre più rigidi in grado di esautorare i cittadini europei.

Si sta verificando una vera e propria interruzione del processo democratico e di perdita di potere contrattuale da parte dei cittadini, mentre il potere decisionale si concentra su un’oligarchia di burocrati e tecnocrati non eletti.

Quasi tutti professori intervenuti insistono sul pericolo della deriva presidenzialista e anti-parlamentare che sta tentando l’Europa. Le politiche di austerity imposte e il caos che ne consegue spingono sempre più i cittadini a restringere il numero degli eletti in nome del risparmio e della governabilità, ma in tal modo riducono il margine di autonomia e potere di discussione, intervento e modifica dei provvedimenti imposti da un’oligarchia blindata dai meccanismi centrali.

Che le regole del One Market One Money fra stati nascondano finalità diverse dal benessere delle nazioni? ll prof. Caracciolo spiega che la competitività europea basata sulla stabilità dei prezzi è fallimentare. In questo modo si alimenta solo la competitività fra stati, spingendoli a comportarsi come banali “società per azioni” private che hanno a cuore solo il profitto a discapito del benessere generale.

E poi perché, in piena crisi, tutta questa austerity e questi errori nelle previsioni di ripresa e di crescita in Europa? (3). Le restrizioni in tempi di crisi non hanno mai fatto del bene, austerity e spending review possono solo peggiorare la situazione (pressione fiscale, meno servizi, calo salari, aumento disoccupazione, calo dei consumi, fallimento e dislocazione delle aree produttive). Perché non pensare subito a politiche economiche di tipo “espansivo”? Impensabile che gli eurotecnocrati siano degli sprovveduti a digiuno dei fondamenti più basilari dell'economia.
Galloni ne trae una conclusione sconcertante, alla quale probabilmente molti altri erano giunti (me compreso), senza avere avuto il coraggio di dirla “ad alta voce”: forse la sofferenza sociale non è una semplice “conseguenza secondaria” delle politiche economiche europee, bensì una finalità perseguita di proposito. Quasi che le rigide imposizioni ai Paesi in difficoltà, notoriamente inefficaci e controproducenti per qualunque esperto di economia, avessero proprio come fine ultimo la sofferenza sociale. (Questo mi ricorda qualcosa del tipo ordo ab chaos).

vignetta Vaudo Il prof. Brancaccio, infine, torna sul problema dell’autorità e della rappresentanza. Come si mirasse a distrarre l’opinione pubblica con politiche errate per raggiungere ben altri obiettivi preferenziali. Sul cavallo della globalizzazione capitalista si mira a trasformare gli stati in compagnie di profitto guidate solo da leggi di mercato assolutamente selvagge e liberiste, fino a uniformarle costringendole a riforme strutturali del mercato del lavoro. Ovvero: per vincere la concorrenza fra stati di riducono i costi e i salari dei lavoratori. E’ una gara al ribasso, dalla Cina alla Germania, dove rimangono a galla sempre solo le solite nazioni. E i lavoratori ci perdono sempre, in ogni caso.

Quindi gli stati in crisi, senza potere azionare la propria moneta come parafulmine, si comporteranno come semplici s.p.a. in cerca di profitto, svendendo lavoratori, risorse e gioielli di famiglia al miglior offerente straniero (e risorse e ricchezze verrebbero così dirottate - giocoforza - verso altri territori). Ecco perché lo stato dovrebbe fare molta attenzione alle tentazioni liberiste e selvagge del mercato: solo estrema accortezza e lungimiranza negli interessi della propria nazione potrà salvare l’Italia.

Insomma, fuori dai mantra dei manipolatori mediatici, al di là delle fantasie dei complottisti o delle paranoie dei barnardiani, anche eminenti e "normali" economisti  spiegano che l’Euro porta alla crisi, alla dominazione oligarchica, alla svendita dei beni nazionali e alla sostanziale perdita di dignità e rappresentatività. 

Vogliamo la Restaurazione o il ‘48? Qui o si fa l’Italia o si muore. Salviamo la nave Europa dai pirati. Felice e Consapevole Anno Nuovo.

il m.e.r.lo

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Note: 

1- L'intera conferenza è scaricabile al link: http://www.youtube.com/watch?v=eWb1q3fcrEo
Tale convegno appartiene ad un ciclo d'incontri promossi dal movimento 5 stelle per cercare di capire meglio la situazione economica attuale, ma non si tratta di un evento di parte, in quanto viene tenuto nella Camera dei Deputati a beneficio di tutti i parlamentari. Da quello che si deduce, però, gli esponenti degli altri partiti hanno già le idee chiare e non partecipano a questi incontri, pertanto i relatori/presentatori dei 5 stelle la fanno da padroni e si permettono di fare da chiosa esplicativa a loro modo, estremamente soggettivo. Evidentemente anche la brutale chiarezza di un "pratico" di economia non è mai abbastanza per fare arrivare il messaggio chiaro e forte nella sua integrità. 

2- Per chi non avesse tempo e pazienza di seguire il video, sappia che il prof. Borghi si presenta innanzi tutto come un "pratico" di economia, oltre che come un professorone cattedratico e ridondante.
L’Euro non è l'Europa, come ci vogliono far credere, ed essere contro l'Euro non significa essere contro l'Europa. Anzi, uscire dall'Euro è l'unica via di salvezza per tutti. E subito! Rifiutarsi di affrontare questo passaggio è un atto grave, addirittura “criminale”. Esattamente come quando non mi fermo a soccorrere le vittime di un incidente stradale e commetto il reato di “omissione di soccorso”, perchè tali vittime possono essere in pericolo di vita e hanno la priorità su tutti i miei impegni. Non importa quanto nobili siano i motivi per i quali io non ho potuto fermarmi (dovevo presenziare ad un’importante riunione ecc…). Questione di priorità, i politici che si trattengono in pur mille nobili questioni (legge elettorale, finanziamento ai partiti, carceri, ius solis ecc..) prima di soccorrere imprenditori che si suicidano, disoccupati e famiglie alla fame, commettono un vero proprio reato criminale.

E per affrontare di petto la situazione è bene sgomberare il campo da tutte le distrazioni dei ritornelli mediatici, quali:


  • ridurre il debito pubblico -- (il debito pubblico e la spesa pubblica aiutano l’economia a lievitare e favoriscono il benessere della popolazione, l'economia può prosperare anche con un debito pubblico elevato - toh, guarda, pare di sentire Barnard!);
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  • ridurre/eliminare la corruzione dei politici -- (bello e utile, non c’è che dire, peccato che questo non servirebbe comunque a fare ripartire consumi ed economia. Semmai, ci sarebbe più gente senza posto di lavoro e senza stipendi, ergo, meno circolazione di ricchezza);
  • tagliare la spesa pubblica -- (semmai si può puntare alla riqualificazione della spesa pubblica, ma ogni taglio e diminuzione in sé finisce col fare implodere l’indotto e fare circolare sempre meno ricchezza);
  • redistribuire le ricchezze tramite le tasse -- (strano a credersi, l’Italia è fra i Paesi occidentali dove la ricchezza è più equamente distribuita! La maggior fonte di ricchezza è la casa, ecco perché il governo le sta studiando tutte per prednere i soldi tramite la tassazione degli immobili. In ogni caso la tassazione alta opprime l’economia, e se anche espropriassimo tutti i ricchissimi, che sono pochi rispetto alla maggioranza di poveri o simili, non riusciremmo a redistribuire un gran ché. Inoltre ne risulterebbe un'ulteriore inibizione dei consumi e degli investimenti da parte chi aveva ancora le possibilità di spendere); 
Insomma, niente di più nobile, ma più lontano dal risolvere la crisi. Giusto un poco di soddisfazione, come un’orchestra che suona note piacevoli mentre il Titanic affonda.L’unico vero scudo protettore in grado di riequilibrare situazioni politico-economiche è la moneta di stato. La sua fluttuazione permette di attutire e compensare gli andamenti del mercato in caso di difficoltà nella competizione. Un po’ come un materasso ad acqua. Se un prodotto non vende, a somiglianza di aspetto e qualità con quello dei suoi competitor, allora si può ritoccare il suo “listino prezzi” giocando con un cambio valutario adeguato, evitando eccessive ripercussioni e penalizzazioni schock sulle condizioni di produttività e stabilità interne. L’Euro, come concepito oggi, invece, è un materasso di pietra, rigido e inflessibile, adatto solo alle economie granitiche di certi Paesi nordeuropei.

3- Tabelle alla mano: gli errori più clamorosi (con una forbice di oltre 7 punti percentuali!) sono stati riscontrati nelle previsioni di crescita del PIL della Grecia, ma anche per tutti i paesi PIIGS del sud-Europa.