il merlo oggi è più curioso e cerca lontano dal nido

29 gennaio 2014

SDEI

o.212478

Divinità da sballo? NO, si chiama Spirale della Deflazione Economica Imposta.
Barnard ne aveva parlato anni fa e lo ribadisce (1): ora che siamo con le pezze al sedere i nostri beni di famiglia si svendono per poche noccioline! 
La tv e i media nazionali/internazionali ci dipingono come spendaccioni e sprovveduti, furbi ed incapaci, e invece no, la Piccola Media Impresa italiana è un gioiello che ha trainato il carro Italia per molti anni, sino a portarla in diretta concorrenza con il Nord Europa e il resto del mondo. Al punto che nel 2000, prima dell’Euro, l’Italia risultava il maggior produttore europeo e la Germania l’ultimo (dati Banca d’Italia).

Nonostante la caduta dell’impero romano, l’invasione di orde di stranieri, la gestione feudale, la controriforma, i moti rivoluzionari, la restaurazione e ben due guerre mondiali, l’Italia si era ripresa, aveva affrontato indenne lunghi decenni di corruzione e malaffare politico. Il vento in poppa l’avrebbe portata ancora un po’ su e giù sulle onde delle circostanze, ma le innumerevoli risorse, il genio e i risparmi degli italiani l’avrebbero sostenuta ancora a lungo, non fosse stato per l’Euro.

Le politiche miopi e sconsiderate dell’Eurozona hanno creato in pochissimo tempo la crisi devastante nei paesi Piigs del Sudeuropa, col risultato che:


«[...] ora, con l’economia italiana deprezzata a livello albanese proprio a causa dell’Eurozona voluta da Germania e Francia, la Germania e altre  potenze venivano in Italia a fare shopping delle nostre prestigiose Piccole Medie Imprese a prezzi stracciati. Perché noi italiani abbiamo, in quel comparto industriale, il miglior sapere al mondo.  

[...] Riporto dal Financial Times di oggi 27 gennaio un report su cosa sta accadendo alla nostra Piccola Media Impresa. 
Le piccole medie imprese tedesche si sono gettate in un’abbuffata trans-alpina, rendendole le più attraenti acquirenti straniere in Europa di aziende italiane. 

Aziende della base industriale del Mittelstand tedesco ottengono accesso al sapere tecnologico di aziende italiane in difficoltà, mentre in alcuni casi spostano i loro quartieri generali oltr’alpe. 

Marcel Fratzscher, direttore dell’istituto economico tedesco DIW, dice che la mira del business tedesco è soprattutto l’area in crisi, dove possono aiutare (notate l’eufemismo) le piccole medie aziende italiane che spesso faticano a ottenere credito”. (certo, perché a noi la Germania ha proibito di avere una ‘banca pubblica’ come la tedesca KFW, che barando sui deficit di Stato tedeschi ha versato miliardi in crediti alle aziende tedesche) 

Le acquisizioni sono spesso descritte come accordi strategici… ma degli insider ci dicono che il linguaggio nasconde una serie di acquisizione aggressive (di aziende italiane, cioè contro la volontà dei proprietari italiani costretti a vendere) 

Carlos Mack, di Lehel Invest Bayern, ci dice che la logica dietro al trasferimento delle sedi delle aziende italiane “è di avere sia i beni di valore che il marketing e il management in Germania perché così si ha accesso più facile al credito bancario da banche non italiane”. (ecco cosa sta facendo l’ABI alle aziende italiane) 

Mack dice che le aziende tedesche non sono interessate al mercato italiano, ma solo al prodotto italiano, sono interessate a vendere il prodotto italiano altrove. [...] A differenza delle aziende italiane, le tedesche hanno poche difficoltà a trovare crediti… Una ricerca ha evidenziato che le banche italiane lavorano bene con le succursali tedesche in Italia, facendogli credito, per proteggersi dai loro investimenti nelle aziende italiane in difficoltà (ma come? Non erano in difficoltà le nostre banche? Perché prestano ai tedeschi e non a noi? Capito il trucco di sti porci? Deflazione Economica Imposta dall’euro, le nostre aziende affogano, quindi le banche italiane strangolano le aziende italiane perché sono in difficoltà, e arrivano i tedeschi a papparsi i nostri marchi di prestigio a 2 soldi, e le banche italiane ci fanno affari.)   

Norbert Pudzich, direttore della Camera di Commercio Italo-Tedesca a Milano, dice che anche prima della recessione le aziende italiane avevano difficoltà a trovare crediti perché gli manca lo stretto rapporto con le banche ‘di casa’ che invece le aziende tedesche del Mittelstand hanno”. (si legga KFW, che, come detto sopra, ha versato miliardi di euro di spesa pubblica sottobanco alle aziende tedesche, barando, mentre costringevano noi a rantolare senza un centesimo dal governo)». 


Ma può esserci ancora qualcuno che crede davvero che questa crisi non sia stata programmata a tavolino da speculatori senza scrupolo? 
Barnard parla di “Nazismo Economico”. Io mi limito a ricordare che da secoli vichinghi, normanni e popolazioni germaniche varie ci fanno la posta. Sacchi vandalici, Sacro Romano Impero, Monarchie Illuminate e Sante Alleanze ci davano noia ancora prima dei club Bildenberg e delle ingerenze degli alleati anglofoni (pare che le basi del NWO/finanza globalista siano state gettate addirittura nel Sei/Settecento). 

Abbiamo superato pestilenze, calate barbariche, signorie nostrane e tirannie straniere d’ogni genere. Noi italiani, ribelli, combattenti, opportunisti e voltagabbana, l’abbiamo sempre scampata.  
Le ghigliottine di Imu-Bankitalia al momento fanno cadere solo le teste del popolo rivoltoso, ma con pazienza cadrà anche il muro della burocrazia kafkiana e della tecnocrazia neoprussiana come il muro di Berlino. 


il me.r.lo.


1115_213816_Crozza-620x350P.S. ... Perché il futuro è nell’essere, non nel fare, il futuro è nel vivere e nell’amare. Bisogna agire per essere, non semplicemente dire per odiare, e non saper sognare quello che serve per l’amare...  


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Note:
1- http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=768