il merlo oggi è più curioso e cerca lontano dal nido

14 agosto 2011

Wooosh! (La malasorte dei piccoli comuni)



Nel mezzo di agosto un’ondata di tzunami arriva e livella spiagge e spiaggette.
Ciò che è stato conquistato nei secoli da guerre, battaglie, rivalse nobiliari e compravendite di feudi viene spazzato via con un colpo di spugna.
La notizia val bene un’espressione da fumetto che interrompe bruscamente il sonno estivo.

Avrei preferito parlare esclusivamente dell’ottima organizzazione della Festa del Pesce e dei suoi intelligenti display che disciplinano e attenuano le code, della celerità e della imponente struttura di gente di buona volontà che lavora alacremente per fornire il servizio migliore possibile ai graditi avventori della festa…
Invece no. Mi tocca commentare questo scoop bomba che annuncia la prossima possibile scomparsa del nostro minuscolo ma prestigioso e vivace comune, che ha lottato fieramente per la propria sopravvivenza.

La crisi e la ricerca ossessiva di capri espiatori ha costretto parlamentari e consorti a rimandare le ferie estive in cerca di immediati palliativi. Così si è pensato bene di placare la folla eccitata liberando il Barabba tanto acclamato e lasciare sulla croce il povero Cristo. “Aboliamo le provincie ed eliminiamo gli sprechi!”. Così: via grandi provincie e piccoli comuni, lasciando poi molti altri sprechi al proprio posto.

I paesini con meno di 1000 abitanti dovrebbero essere cancellati o accorpati, letteralmente “fusi” con gli altri comuni. Miracolo: la “fusione fredda”!

E l’identità e la dignità, conquistata a fatica, di questi abitanti? 
Piccoli e orgogliosi comuni che gestiscono al meglio il proprio bilancio annuale ridotti a frazioncine di periferia di un paese più grande, che potrebbe fare voce grossa e lasciare loro solo poche briciole. Questi piccoli comuni, infatti, potrebbero essere percepiti dai paesi maggiori come quartieri aggiunti, come rioni estranei al proprio territorio, verso i quali vantare rivalità o indifferenza. Mariana, in particolare, rischierebbe di risentire maggiormente di questa difficoltà di integrazione a causa delle invidie e dei malumori suscitati dalla sua discarica e dai suoi proventi.

Ma non fanno prima a licenziare 4 portaborse? Con lo stipendio e i privilegi che hanno si guadagna quanto chiudere 2 piccoli comuni, con la differenza che i 4 portaborse sono puri parassiti, mentre i comuni danno da lavorare, creano, costruiscono, fanno…

Sì, anche io sono di questo avviso. Si ha sempre l’impressione che ogni manovra politica sia eticamente sbagliata e che ci si butti a capofitto sui più deboli per salvare invece gli sprechi più grandi dei forti e dei potenti.

Riflettendoci bene, però, tutti, me compreso, siamo pronti a stracciarci le vesti per condannare i privilegi altrui, senza pensare che forse ciascuno di noi possa godere di qualche ingiusto privilegio. Forse anche noi - "Svizzera mantovana" - non abbiamo vissuto sin'ora sopra le nostre possibilità? Non si è forse sostenuto che - non fosse stato per la discarica - si sarebbe ora sull’orlo del fallimento, o comunque senza moltissimi degli ottimi servizi di cui oggi godiamo?

Da qualche parte si deve pur cominiciare. Probabilmente, da qualsiasi parte si cominci, ci sarà sempre qualcuno a gridare a voce alta per lamentarsene per mille (e probabilmente validi) motivi.

Alla luce anche di questi fatti sembra che la strada maestra da percorrere sia quella che da anni a questa parte molti dei nostri comuni stanno effettivamente percorrendo, ovvero quella della “solidarietà necessaria”, quella dei consorzi per la condivisione dei servizi essenziali (es. polizia e pubblica sicurezza, trasporti, istruzione…). La via del “buon vicinato”, insomma, che fa di necessità virtù, e che evita inutili liti e rivalse fra vicini, in favore di una ritrovata cordialità e sostegno reciproco.


I piccoli comuni che avessero praticato da tempo questa politica si ritroverebbero oggi meno confusi, indignati e annichiliti, di fronte alla notizia del possibile scioglimento della propria autonomia, perché avrebbero maturato consapevolezza e ragionevoli rassicurazioni che la propria indipendenza non andrebbe perduta, bensì semplicemente “affidata” ad un paese amico e solidale.

il merlo

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